venerdì 8 dicembre 2017

Review: "Il desiderio nascosto di te" di Sara Purpura

Cari amici, nella terra dei sogni libreschi è approdato un romanzo che mi ha piacevolmente colpita, e oggi voglio parlarvene.
È la prima volta che mi misuro con un romanzo di Sara Purpura, e devo dire che come primo approccio è stato vincente. Avevo aspettative molto alte su “Il desiderio nascosto di te”, perché tratta un tema che mi sta molto a cuore. E le aspettative non sono state deluse. Trovo anzi che si tratti di un romanzo che andrebbe letto anche tra le più giovani, perché il tema è stato trattato dall’autrice con la dovuta sensibilità e con molta maturità. Non siamo dinanzi alla giustificazione della violenza di genere, come purtroppo accade ancora oggi in romanzi dedicati perlopiù a un target adolescenziale. Qui la violenza viene condannata, e si dà voce proprio all'unica persona che andrebbe ascoltata e sostenuta: la vittima. Curiosi di sapere cosa ne penso? Seguitemi più giù.

Autore: Sara Purpura
Titolo: Il desiderio nascosto di te
Editore: Butterfly Edizioni
Prezzo: €2,99 (digitale); €14,00 (cartaceo)
Pagine: 244
Dove trovarlo: Amazon
Voto: 

Sinossi:
Quattro anni di silenzio, lontana dalla sua famiglia e dalla sua terra. Umiliata nel profondo, Sofia fa ritorno nella sua Sicilia, marchiata per sempre da una vergogna che l'ha resa fragile, spaventata e insicura. Finalmente decisa a riprendersi la sua vita, è pronta a ricominciare da dove la sua tranquilla quotidianità si è interrotta. Nella sua città natale rivede gli amici che un tempo l'hanno abbandonata e Marco, l'amore segreto della sua adolescenza e il suo rimpianto più grande. Per Sofia è difficile lasciarsi andare, chiusa nel suo dolore, è convinta di non avere nulla da offrirgli. Insieme affronteranno ogni ricordo amaro, spazzando via le paure che la incatenano al passato. Ma il destino rischierà di allontanarla di nuovo dall'unico uomo che abbia mai amato e i due dovranno lottare con tutte le loro forze per poter stare insieme.


La mia opinione
Il tema della violenza sulle donne ancora oggi, nel 2017, vede i ruoli distorti, invertiti, confusi. Questo tema, che è a tutti gli effetti una piaga sociale, presenta una visione distorta della realtà: il carnefice è la vittima e la vittima, invece, viene considerata tentatrice, abietta, una poco di buono.
Il “se l'è cercata”, nonostante oggigiorno si senta pronunciare meno, continua a essere nella mente di molti. Ho deciso di leggere questo romanzo proprio il 25 Novembre (lo so, sono in ritardo, perdonatemi) il giorno internazionale contro la violenza sulle donne, e ho provato da subito una grande rabbia, oltre a un senso di frustrazione che mi ha lasciata terribilmente indisposta verso il genere umano. Mi domando ancora oggi come si faccia a sorprendersi quando notizie di stupri, molestie, maltrattamenti, abusi e femminicidi passano al telegiornale. Non dobbiamo sorprenderci, perché succedono davvero. Non sono avvenimenti lontani, vittime lontane, carnefici lontani. Sono vicino a noi, proprio qui, più vicino di quanto potremmo pensare.
Per Sofia, la protagonista di questo meraviglioso romanzo, la minaccia è proprio lì. È in famiglia. L'orco è giovane, quasi un fratello. Stesso sangue, stessi parenti, stessi amici. L'orco toglie a Sofia la libertà di scegliere. Quando le tappa la bocca con la mano, le toglie la voce; quando si insinua tra le sue gambe, le toglie la gioia, la vita, il respiro. E quando la minaccia, le toglie il coraggio, la possibilità di trovare in qualcuno la forza.
Non so se l'autrice abbia voluto, con questo romanzo, portare avanti una sorta di denuncia, però dentro di me ho sentito un urlo propagarsi lento e deciso. L'urlo di Sofia, insieme a quello di tutte le ragazze costrette a tacere per paura, ma anche per le minacce e la vergogna. Non posso negare di aver trovato molto forte la descrizione dello stupro. Veritiera, cruda. Quando si descrive simili scene non bisogna pensare a essere delicate, non bisogna edulcorare la realtà. Non è una scena di sesso, ma di violenza. E sono grata all'autrice per aver descritto quella scena per quello che è realmente: nient'altro che violenza, solo quella. Ha descritto il modo in cui si è sentita Sofia. La sua paura, il dolore, la mancanza del respiro, la lotta e, alla fine, la sconfitta. Perché Sofia, dopo aver lottato per proteggere se stessa, si è arresa dinanzi a una forza che non sarebbe mai riuscita a vincere. Inutile dire “avresti potuto difenderti”. Come? Come avrebbe potuto Sofia sfuggire a Guido? Come avrebbe potuto scappare? Come avrebbe potuto fermarlo? Una ragazzina contro un ragazzo giovane, forte e in salute? Pensando al tema trattato, ho subito pensato: ecco, io da un libro voglio proprio questo. Non è un romanzo fine a se stesso, ma lascia molti spunti di riflessione. È profondo, introspettivo, ma anche aperto al futuro.
Sofia, dopo quattro anni di distanza forzata, decide di tornare nella sua città natale, nel luogo in cui quella violenza l'ha lacerata. Palermo, una città stupenda nel quale perfino io ci ho lasciato un pezzetto di cuore. Quindi proviamo a immaginare quanto il cuore di Sofia abbia sofferto quando ha dovuto lasciare la propria città. Un altro particolare che ho amato di questo romanzo: Palermo, la Sicilia. Non leggo spesso romanzi ambientati nella mia regione, e in questo caso ho avuto la sensazione di poter sentire il profumo della zagara, il rumore dei clacson (perché la confusione delle strade siciliane ormai è patrimonio dell'Unesco), di poter vedere gli anziani che giocano a carte in piazza, il meraviglioso centro storico di Palermo e la bellissima spiaggia di Mondello. Sono stata a Palermo solo una volta (e da siciliana dovrei vergognarmene) e solo per pochi giorni, mi sono girata il centro storico di corsa, eppure leggendo questo libro... ho rivisto tutto, ho risentito tutto, mi sembrava di avere Google Maps nel cervello! Quindi altro punto a favore, è stata una gioia poter tornare a Palermo anche se solo attraverso le parole. Grande Sara! Ora torno al libro, giuro.
Sofia vuole ricostruire la propria vita, vuole risanare quella ferita. Anche se sono passati quattro anni, anche se ha avuto bisogno di tempo, Sofia è pronta a reagire e a combattere per riprendersi ciò che il mostro le ha tolto con la forza. È una combattente, anche se senza pistole e fucili. Le guerre più difficili da combattere sono quelle che abbiamo dentro e lei combatte, perché non vuole più permettere agli altri di vincere, di abbatterla. È un personaggio completo e complesso, mi è entrata dentro già mentre leggevo l'estratto. Mi sono innamorata di questo romanzo già nelle prime dieci righe e l'ho acquistato di corsa, e non me ne sono pentita. Io di solito non vado granché d'accordo con i personaggi femminili, però Sofia è diversa. La sua fragilità, accompagnata dalla grande volontà d'animo, la rende ai miei occhi una ragazza che abbraccerei volentieri.
Marco è il suo amore irrisolto, il pezzo mancante del suo personale puzzle. Eppure Sofia si sente tradita anche da lui, perché è stata lasciata sola da tutti. Dalla famiglia, dagli amici. Aggredita dalle malelingue e dalle bugie seminate dal mostro. Però non riesce a combattere quel sentimento, anche se ha trascorso gli ultimi quattro anni a definirsi gelida dinanzi ai sentimenti e all'amore. Marco è però quell'amore che lei non è mai riuscita a dimenticare. L'ha sepolto sotto il dolore, sotto la solitudine e la paura, ma non l'ha mai cancellato. Ecco, proprio lui entra a pieno diritto tra i miei protagonisti maschili preferiti di questo 2017 che sta volgendo al termine. Non ho colto alcuna traccia di malizia in lui, non è troppo pieno di sé e, cosa abbastanza strana di questi tempi, non è il classico bad boy del quale tutte si innamorano e che nessuna riesce a conquistare. È un bravo ragazzo, il classico ragazzo della porta accanto, quello con cui ti senti a tuo agio, con il quale non hai paura di parlare. Lo vedo molto alla mano, semplice, anche se è molto bello. Perché ecco, un ragazzo può essere bello anche senza essere uno stronzo di prima categoria. Di bravi ragazzi belli ce ne sono molti nella vita reale, e Marco è uno di questi. Ho trovato il sentimento che lega questi due ragazzi molto dolce, sembrava di leggere di due giovani alla loro prima cotta; due giovani che sperimentano, passo dopo passo, incertezza dopo incertezza, il famoso primo amore. Quello che non si scorda mai e che continua, anche dopo anni, a provocarti una dolce stretta allo stomaco. Ecco, Marco e Sofia il primo amore non l’hanno mai dimenticato. Hanno cercato di nasconderlo, di raffreddarlo, ma non sono mai riusciti ad allontanarlo davvero. Anche se le loro vite sono andate avanti, anche se hanno incontrato nuove persone, anche se hanno fatto esperienze diverse, anche se hanno affrontato ognuno i propri demoni.
Trovo che l'autrice abbia raccontato questa storia in un modo molto delicato non solo per la storia in sé, ma anche per il modo in cui è stata scritta. Lo stile è scorrevole, ma non frettoloso. E non è possibile che ogni volta che scopro un'autrice, questa sia brava e con all'attivo decine di libri. Il tempo di recuperare tutto dove lo trovo? Un ultimo appunto: la copertina è davvero bella, trovo esprima appieno la solitudine e la fragilità della protagonista.

Consiglio questo libro?

Sì. Lo dico, lo ripeto, lo scrivo e lo ribadisco: è un libro che dovrebbe essere letto da tutti, uomini e donne, giovani e meno giovani. Non è la classica storia d'amore bellina che poi finisce e passiamo ad altro. Tra le pagine di questo romanzo vive un messaggio da prendere a piene mani, comprendere e mettere in atto: le vittime di violenza di genere non vanno abbandonate. E quelle stesse donne che subiscono, hanno tutto il diritto di denunciare, combattere e riprendersi la propria vita, perché nessuno può arrogarsi il diritto di fare ciò che vuole. E nessuna di loro deve vivere sotto il costante giudizio altrui. Volete giudicare qualcuno? Il colpevole, si giudica il colpevole! E poi sì, la storia d'amore è davvero molto bella e Marco è un cupcake dolcissimo e bellissimo. Quindi leggetelo, okay?

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